Triplo regime sulla cessione delle quote

  • Elia
  • 08/11/2017

Autori: Primo Ceppellini e Roberto Lugano
Testata: “Il Sole 24 Ore”

Le novità contenute nel disegno di legge di bilancio 2018 prevedono modifiche al sistema della tassazione dei capital gain realizzati dalle persone fisiche che possiedono partecipazioni qualificate. Come è stato anticipato (si veda da ultimo «Il Sole 24 Ore» del 31 ottobre) la tassazione di questi redditi viene uniformata a quella prevista per le partecipazioni non qualificate, e quindi si prevede l’applicazione di una imposta sostitutiva del 26% sull’ammontare della plusvalenza realizzata. Le novità si applicano alle cessioni poste in essere a partire dal 1° gennaio 2019, e si intrecciano con altre due disposizioni, ovvero: il decreto del 26 maggio 2017 che ha innalzato al 58,14% la percentuale di imponibilità delle plusvalenze qualificate realizzate dal 1° gennaio 2018; l’ennesima proroga (prevista dal disegno di legge di bilancio 2018) della possibilità di affrancare il valore delle partecipazioni possedute alla data del 1° gennaio 2018. Chi detiene partecipazioni qualificate si trova così a fare i conti con un sistema che diventerà più semplice dal 2019, ma che nel frattempo richiede qualche analisi ulteriore. Possiamo riepilogare la situazione ragionando sulle conseguenze delle cessioni attuate nei diversi periodi.

Cessioni del 2017

Per tutte le azioni o quote vendute nel 2017, la plusvalenza sarà tassata (nel periodo in cui si incassa il corrispettivo) per il 49,72% del suo ammontare. Se la partecipazione viene ceduta entro quest’anno, ovviamente non potrà essere oggetto di affrancamento, per cui l’applicazione dell’Irpef al 49,72 % della plusvalenza rimane l’unica opzione possibile. Nel caso dell’aliquota massima del 43%, la tassazione sulla plusvalenza sarà quindi pari al 21,38 per cento…

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