Tag : legge 212/2000

Reddito d’impresa: restyling su quattro livelli

Autori: Primo Ceppellini e Roberto Lugano 
Testata: “Il Sole 24 Ore”

Il decreto legislativo 142 del 2018 ha recepito la direttiva 2016/1164/Ue (Atad 1, Anti tax avoidance directive) e le successive integrazioni della direttiva 2017/952/Ue (Atad 2); esso contiene diverse misure di concreta attuazione del piano antielusione varato dalla Commissione europea volto a rafforzare il livello medio di protezione contro la pianificazione fiscale aggressiva nel mercato interno.

La scelta fondamentale del legislatore italiano è stata quella di introdurre norme relative alle specifiche tematiche, senza però modificare la norma anti abuso generale, nella considerazione che l’attuale formulazione dell’articolo 10-bis della legge 212/2000 (Statuto del contribuente) appare conforme al testo dell’articolo 6 della direttiva Atad 1.Questa soluzione è stata considerata coerente con il passato e condivisibile sul piano tecnico, in quanto la clausola dell’articolo 6 e quella dell’articolo 10-bis individuano le fattispecie abusive sulla base dei medesimi parametri, sia pure con sfumature lessicali diverse (si veda la circolare Assonime 27/2018).

I temi affrontati dal provvedimento sono raggruppabili in quattro filoni:

  • deducibilità di interessi passivi;
  • imposizione in uscita;
  • società controllate non residenti (Cfc rule, dividendi e plusvalenze);
  • disallineamenti da ibridi.

All’ analisi puntuale dei contenuti tecnici delle singole norme sono dedicati i successivi interventi di questo focus…

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Interpelli e accordi preventivi con il fisco

Interpelli, istanze e accordi preventivi col fisco sono gli argomenti del nuovo Strumento consultabile liberamente nella sezione dedicata del nostro sito, insieme alle altre pubblicazioni monografiche su temi fiscali e tributari curate dai professionisti CLA Consulting.

L’istituto dell’interpello (previsto dall’articolo 11 della Legge 212/2000) consente ai contribuenti di conoscere l’interpretazione dell’Amministrazione Finanziaria alle norme, che regolano casi concreti e personali.

L’istanza è la modalità di presentazione di un interpello. Si compila in forma libera, è esente da bollo e deve essere sottoscritta dal contribuente con firma autografa e presentata prima della scadenza dei termini previsti per gli obblighi tributari cui fa riferimento.

L’accordo preventivo, invece, rappresenta uno strumento di dialogo con l’Amministrazione finanziaria riservato alle imprese che esercitano attività internazionale. Questa procedura è finalizzata alla stipula di accordi preventivi, con principale riferimento ad alcuni ambiti tra cui:

  • regime dei prezzi
  • trasferimento della residenza fiscale
  • attribuzione di utili o perdite
  • stabile organizzazione
  • dividendi, interessi, royalties

Di seguito l’indice del documento che può essere consultato e scaricato liberamente dal nostro archivio.

  1. Premessa
  2. Istanza e invio dell’interpello
  3. Modalità di presentazione dell’istanza
    1. L’interpello ordinario
    2. L’interpello probatorio
    3. L’interpello anti abuso
    4. L’interpello disapplicativo
    5. L’interpello sui nuovi investimenti
    6. Gli accordi preventivi per le imprese con attività internazionale
  4. Termini di invio e avvenuto ricevimento
  5. Regolarizzazione e trasmissione di ulteriore documentazione
  6. Modalità di risposta
  7. Impugnabilità delle istanze

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L’abuso del diritto

L’abuso del diritto è l’argomento del nuovo Strumento mensile a cura dei professionisti Cla Consulting. Il documento, che può essere consultato e scaricato liberamente dalla sezione dedicata del nostro archivio, si concentra sulle caratteristiche dell’abuso, tracciando una distinzione tra il comportamento abusivo e la legittima scelta della via fiscalmente meno onerosa.

La disciplina relativa all’elusione e dell’abuso del diritto è dettata dall’articolo 10-bis della Legge 27 luglio 2000, n. 212, c.d. Statuto dei Diritti del Contribuente, che rende applicabile il concetto di abuso del diritto alla generalità dei tributi. In sintesi:

  • si è nell’ambito del legittimo risparmio d’imposta quando il contribuente adotta soluzioni e percorsi giuridici cui il sistema espressamente accorda un trattamento fiscale di maggior favore rispetto ad altri, equivalenti per effetti economici e/o giuridici conseguibili;
  • si rientra nell’abuso quando, viceversa, la costruzione della fattispecie che ha determinato l’applicazione del regime fiscale prescelto è in contrasto con le finalità della relativa disciplina (sicché l’accesso a questo regime può ritenersi implicitamente disapprovato dall’ordinamento).

Ecco l’indice completo:

  1. La norma di legge
  2. La definizione dell’abuso
  3. Gli elementi costitutivi dell’abuso
    1. L’assenza di ragioni economiche
    2. Il vantaggio fiscale indebito
    3. La natura essenziale del vantaggio fiscale
  4. Le valide ragioni extrafiscali
  5. La facoltà di scelta del contribuente
  6. Le regole procedurali per gli accertamenti
  7. Le sanzioni
  8. L’interpello preventivo

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Elusione: sanzioni ancora senza rotta

Autori: Primo Ceppellini e Roberto Lugano
Testata: “Il Sole 24 Ore

La recente giurisprudenza della Cassazione (sentenze 9378 del 1° marzo e 7038 del 21 marzo 2018) offre lo spunto per sintetizzare in un quadro organico il tema dell’applicazione delle sanzioni amministrative e penali alle condotte elusive contestate ai contribuenti. Ricordiamo preliminarmente che le nuove disposizioni dell’articolo 10 bis della legge 212/2000 sono applicabili a partire dal 1° ottobre 2015, anche con riferimento alle operazioni poste
essere in data anteriore, ma per le quali a quella data non sia stato notificato il relativo atto impositivo. Il comma 13 prevede espressamente che “le operazioni abusive non danno luogo a fatti punibili ai sensi delle leggi penali  tributarie. Resta ferma l’applicazione delle sanzioni amministrative tributarie”.

Il dettato normativo

Conseguentemente, una volta esclusa la rilevanza penale di per sé delle condotte elusive, l’azione penale deve ritenersi limitata ai comportamenti fraudolenti, simulatori o finalizzati alla creazione e all’utilizzo della documentazione falsa (come previsto dall’articolo 8 della legge delega n. 23/2014). La giurisprudenza si è allineata al dettato normativo: nella sentenza 16 novembre 2016 n. 48293, la Corte di cassazione ha riconosciuto che la nuova norma «esclude che operazioni esistenti e volute, anche se prive di sostanza economica e tali da realizzare…

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Registro con il dubbio-retroattività

Autori: Primo Ceppellini e Roberto Lugano
Testata: “Il Sole 24 Ore”

Le risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate dedicate ai profili elusivi delle operazioni di scissione (97E del 25 luglio e 98/E del 26 luglio 2017) non si sono soffermate solo sulle imposte sui redditi, ma  hanno affrontato anche il tema delle modalità di applicazione dell’imposta di registro. In particolare, si tratta di capire come valutare l’intera catena delle operazioni poste in essere e se è possibile riqualificare gli atti come cessione di azienda vera e propria in base all’articolo 20 del Testo unico del registro, esattamente come le interpretazioni ufficiali, suffragate dalla giurisprudenza, sostengono per il caso di conferimento di azienda e successiva cessione della conferitaria. Poiché le modifiche a questa norma contenute nel disegno di legge di bilancio 2018 non sembrano avere portata retroattiva, il problema è ancora attuale per tutte le operazioni poste in essere fino alla fine del 2017. I temi che si intrecciano spaziano dal rapporto tra norma anti abuso del diritto e norma specifica del registro alla applicabilità o meno di questa esposizione alle operazioni di scissione; sul tema, inoltre, registriamo anche l’intervento critico di Assonime (circolare 20 del 3 agosto 2017).

Applicablità della norma antiabuso

C’ è un punto sul quale convergono le risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate e la dottrina (Assonime in primis): la norma antiabuso è utilizzabile solo se alle singole fattispecie non possono essere applicate disposizioni specifiche, come stabilito dal comma 12 dell’ articolo 10-bis della legge 212/2000. Poiché un’operazione di conferimento (o di scissione) seguita da cessione delle quote viene riqualificata in cessione di azienda sulla base dell’articolo 20 del Dpr 131/86, ci si chiede se…

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